Soprammorire
Noi viviamo o sopravviviamo?
E’ una domanda banale, lo so, che vi credete. Non è colpa mia se alla fine ci si ripete sempre le stesse domande, magari in forma diversa. Non sono luoghi comuni, ne sono convinto, sono semplicemente le domande giuste. Solo che è (quasi) impossibile rispondere, e nessuno ci vuole perdere più tempo.
Ma, noi viviamo o sopravviviamo?
La parola "vivere" (nel sistema dei valori occidentali) si assimila con l’avere un lavoro appagante, un obiettivo, una scopata, un lungo e piacevole corso da seguire, la possibilità di godere dei frutti delle proprie fatiche. Per i romantici magari l’avere anche un sogno da avverare.
Nella parola "sopravvivere" troviamo le stesse azioni (tu che respiri, tu che lavori, tu che scopi, tu che hai un sogno) solo che ti pagano di meno, hai una donna isterica e orripilante, e il tuo sogno sai già che non si avverrerà mai.
E allora ci sei ogni giorno in macchina per andare in ufficio ma in realtà non esisti. Questo è sopravvivere nel nostro occidente, perchè chi sopravvive in realtà ha già perso la guerra e aspetta solo di morire e di essere infilato in un loculo.
La mia ovviamente non è una critica, provo solo ad inquadrare per rispondermi. Vivo o sopravvivo?
Oggi mentre ero in motorino cercavo di rispondermi. Non ho nessun obbligo, dal più stupido alla naja. Sono libero di fare quello che voglio (nei limiti delle leggi fisiche e della mia pigrizia).
Eppure da qui a dire che vivo ce ne vuole. Anche perchè non sono interessato, non capisco il motivo. Non vedo una differenza sostanziale tra fare l’amministratore delegato o lo spazzino. Anzi probabilmente lo spazzino ha meno rompicoglioni intorno (e qualcuno potrà obiettare che l’amministratore guadagna 1000 volte uno spazzino, beh sticazzi, questo è un capitolo a parte).
Purtroppo la mia educazione mi ha portato ad apprezzare una varietà notevole di cose a basso costo. Come la birra, le sigarette. E quindi non capisco che differenza c’è tra sopravvivere (da spazzino) e vivere (da amministratore). E non sto parlando solo a livello economico, io intendo anche a livello morale, non capisco la differenza tra un virtuoso che lascerà ai posteri qualcosa di magnifico come la gioconda o la bomba h, o un piccolo e inutile borghese. O almeno si, so qual’è la differenza, ma non sento la necessità di schierarmi. Forse perchè li vedo complementari, non so.
Mi sono segnato sullo scontrino del caffè le questioni da affrontare. Ovviamente non arriverà a fine giornata quel pezzetto di carta, come ogni mio pensiero. Come ogni cosa cominciata e finita nel nulla. Potrei elencare decine e decine di…
Tutto cominciato a mai finito perchè schiantato sempre sulle stesse domande.
E comunque, ad onor di cronaca sono arrivato a una conclusione, provvisoria, ma è pur sempre una conclusione. Ho dovuto per forza di cose escludere che io vivo perchè proprio non mi ci vedo e poi rifiutare il fatto che sopravvivo, perchè è troppo semplice e il sopravvivere dovrebbe richiedere un minimo di sforzo in qualche che campo.
Quindi, alla fine, io non muoio. Almeno non ancora.
non ce la faccio proprio a correggere, sticazzi.
un bel non-post per un non-morto.
per me vivere e’ quando sei vivo sopravvivere e’ quando sei quasi morto.
porcaccia merda, mi sono accorto adesso che hai cambiato indirizzo; ho aggiornato or ora il link.
ogni tanto passo a leggerti e mi sfango parecchio arretrato…
quindi commento due cose:
– lo yogurt alla fragola fa schifo pure a me, mi piace alla vaniglia [quando mi piace]
– io mi sforzo di vivere visto che sopravvivere, per ora, mi riesce senza problemi. ci sarebbe da sviscerare la differenza di significato che io e te diamo a vivere e sopravvivere, ovvio…
‘sticazzi! possiamo lasciar perdere che va bene cosi’: non sono morto neanch’io.
si puo vivere da zombi e sopravvivere da Re.
non fa una piega!
secondo me io sopravvivo, ma vorrei vivere, perchè sopravvivere significa non fare niente, camminare con le mani in tasca e aspettare che le cose ti vengano un po addosso, per vivere invece bisogna sforzarsi, ma io sono troppo pigra….
e dunque, se tu sei pigro, o le nostre concezioni son diverse, o riesci a battere la pigrizia..
vado a pensarci su
stai sfornando post coi cazzi, vecchio stronzo.
g
^Quando avevo vent’anni e un cazzo di voglia di studiare dicevo a me stesso: perchè arrovellarsi? comunque vada una birra tra amici e una tessera della biblioteca non me la leverà nessuno. Così all’università non ho combinato una sega, mi sono fatto un sacco di pippe, mi sono scolato vagoni di birra, tante risate, allegre serate, ricchi premi e cotillons…a un certo punto però lo spasso è finito e oggi mi ritrovo con un lavoro del cazzo, idee confuse da diciottenne – ma senza il beneficio della “tenera età” – e un vago senso di stronzaggine…
Fossi in te ci penserei bene
Firmato: Papà
Più che idee confuse e un senso di stronzaggine io vedo solo la paura che sale.
Quella ci frega, non il resto.
La paura? …si, c’è anche quella.
Papà
Per ora sopravvivo…vivere?Forse, tra un pò di tempo, si spera prima di morire…così, solo per capire cosa significa e che cosa si prova
spesso vedo nel sopravvivere in certe situazioni con la paura seduta sulla testa che sono piu viva che mai allora penso solo ad una cosa: non lasciarti fregare.
ah non ti ho detto che il brano musicale in macchina o in moto mi piace!!!! thankssssssss a lot
e pensa te….. cafone miseria e nobilta’:
morti senza la coscienza d’esserlo
Ottima conclusione.
Propongo comunque una via di mezzo fra il vivere ed il sopravvivere: il vivacchiare, od il viversi addosso. Piace?
vivi morenti
una cosa sola: non pensare di dover fare qualcosa da lasciare ai posteri, pensa che c’è della roba che ti prendere tu dalla vita e che non devi condividere con nessuno
viversi addosso no, vivacchiare mmmm……vicchiolare.
io vicchiolo.
la paura di che? di diventare vecchi e non avere niente in mano? aggirare il problema…